Il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® (LSP) è stato sviluppato da LEGO®, a metà degli anni novanta, come risposta ad una sfida cruciale: la propria sopravvivenza come azienda.

Inizialmente pensato solo come metodologia formativa a supporto e sostegno della strategia organizzativa interna, è diventato più tardi un metodo di valorizzazione del capitale umano noto ed utilizzato, ormai, in tutto il mondo.

Con il consolidarsi del metodo, LEGO® decise di non limitare la metodologia all’interno dell’azienda, ma di proporla al mercato come processo di formazione e facilitazione dell’apprendimento e del cambiamento organizzativo.

Si passò così da una fase di ricerca ed applicazione interna ad un percorso di promozione e vendita (2001) e nel 2003 la metodologia prese definitivamente il nome di LEGO® SERIOUS PLAY®.

LEGO® SERIOUS PLAY® è una metodologia che agevola e “accelera” i processi razionali, decisionali, comunicativi e le tecniche di problem solving all’interno di organizzazioni e gruppi di lavoro.

Esso nasce come un vero e proprio processo di apprendimento concretizzandosi in sette tecniche e in un “core process” di gestione di ciascuna tecnica.

Riunioni o altri gli approcci tradizionali alla creazione e condivisione di conoscenza sono spesso segnati un senso di inconcludenza che è spesso gravato da un accesso al diritto di parola che non segue logiche di “competenza”, ma è condizionato da funzioni, ruoli e pregiudizi organizzativi interni.

In tal senso, il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® si contraddistingue nettamente come “metodo democratico” che garantisce una partecipazione totale rispetto al tema in discussione.

Ciò perché il metodo parte dalla convinzione di base che ogni persona deve avere la possibilità di offrire un contributo individuale.

E’ proprio grazie al valore dato al contributo di tutti che le persone e le organizzazioni traggono vantaggio in termini di maggior comprensione e chiarezza dei problemi.

La scelta di utilizzare il metodo è strettamente legata ad una risposta positiva alla seguente domanda:

data una sfida complessa, l’ organizzazione ha la volontà di affrontarla utilizzando un approccio che prevede come modalità per l’identificazione di una soluzione l’ascolto e la valorizzazione di tutte le opinioni?

In tal senso, sono pronti prima di tutto i manager e i dirigenti?

Sono cioè pronti ad investire sul potenziale e sulla sfida derivante dal chiedere a tutti un contributo attivo o preferiscono continuare ad elaborare soluzioni calate dall’altro?

Tra i principali vantaggi del metodo si posso enumerare i seguenti:

  • avvio di processi di apprendimento più efficaci e veloci che generano un risparmi di ore di aula e quindi un risparmio reale di denaro;
  • utilizzo di un metodo che in modo completo realizza sia il ciclo dell’apprendimento sia il ciclo del problem solving;
  • superamento di modalità formative tradizionali “vecchie” o inefficaci (no slides, no computer)
  • definizione immediata di soluzioni operative (piani di azione)
  • valorizzazione connessioni mani/cervello e coinvolgimento completo di aspetti visivi, sensoriali e creativi

Il facilitatore ha il principale ruolo di agevolatore del processo di applicazione del metodo in relazione all’applicazione e alle tecniche utilizzate, in particolare:

  • progetta e prepara il processo
  • prepara il contesto formativo rispettando i principi del metodo
  • agevola e garantisce il metodo
  • assicura ai partecipanti la piena esperienza del metodo

Una progettazione quindi che deve garantire la “conformità” al metodo ma allo stesso tempo offrire percorsi e ipotesi di lavoro capaci di offrire adeguate risposte alle necessità del cliente.